AUTONOMIA: PEER  EDUCATION & LIFE SKILLS

2 – 3 – 4 GIUGNO 2000  CREMONA

GRUPPO PRESIDI

Hanno partecipato al lavoro di  gruppo  sei presidi di istituti impegnati nel progetto Peer Education e Life Skills delle province di Crema, Enna, Matera (Policoro), Milano, Trapani, Sassari e  tre presidi distaccati presso il provveditorato di Arezzo e  l’IRRSAE Lombardia che a vario titolo si occupano del progetto. Sono rappresentate scuole dell’istruzione classica, scientifica, magistrale, tecnica, professionale e artistica. I lavori sono stati coordinati dalla preside Palazzetti di Alessandria, che fa parte del nucleo ministeriale dell’autonomia.

A.  PREMESSE: L’ESISTENTE

Le iniziative di educazione tra pari già in atto nelle scuole presenti possono essere riassunte in tre categorie:

·        iniziative extra-curricolari della singola istituzione scolastica (attività integrative di teatro, danza, musica, recupero disciplinare, giornalino, orientamento post diploma) svolte da tutte le scuole rappresentate;

·        iniziative curricolari della singola istituzione scolastica (tutores per accoglienza classi prime, formazione dei delegati - e dai delegati alla classe - su autonomia, pof, sicurezza..) svolte da due scuole;

·        iniziative di Reti di scuole (Continuità verticale attraverso lavori comuni tra classi di media e di liceo, corso di “Italiano lingua due” per allievi di altra madrelingua di  scuole in rete, mostra interattiva di lavori scientifici, rassegna teatrale, concorso di danza) svolte da due scuole.

Le classi da inserire nel progetto sono state individuate con varie modalità: direttamente dal preside, attraverso segnalazione dei docenti, su indicazione del comitato studenti, mediata dalla disponibilità di un docente tutor  e dei consigli di classe.

Le aree di miglioramento individuate dalle classi sono prevalentemente riferite alla relazione-comunicazione (sia tra studenti e docenti, sia tra studenti e gruppi all’interno della classe) e alle attività integrative.

B.  ASPETTATIVE – PROSPETTIVE

La scuola per i ragazzi è diventata una questione burocratica, un adempimento formale: parallelamente alla demotivazione dello studente cresce il bisogno di ristrutturare la motivazione del docente. L’educazione alle “life skills” faceva parte del curricolo implicito: ora deve essere fatta in modo esplicito, deve diventare argomento di formazione, strumento per produrre autostima, per creare aspettative su se stessi e quindi motivazione. La normativa, dal 90 ad oggi, ha costruito con estrema coerenza i passi necessari per  il controllo del disagio giovanile e della dispersione scolastica, per la promozione del successo formativo, per il coinvolgimento degli studenti. I tempi necessari per un reale cambiamento degli atteggiamenti sono ben più lunghi rispetto al mero adempimento formale, che certo non basta a cambiare la scuola. Il progetto Peer Education e Life Skills rappresenta uno strumento forte per realizzare la scuola dell’autonomia, per ottimizzare il risultato della relazione insegnamento-apprendimento e le capacità di co-progettare attraverso la valorizzazione delle competenze e il miglioramento della comunicazione studente-studente, studente-docente, docente-docente. Peer Education, dunque, tra pari (studente-studente e docente-docente) e “alla pari”: docenti e studenti che progettano insieme il miglioramento.

C.  STRUMENTI

Le strategie e gli strumenti necessari  per una corretta e sostanziale attuazione del progetto nel prossimo anno scolastico, condivisi dai presenti,  sono: 

·        inserimento a pieno titolo nei POF e nei piani di lavoro dei consigli di classe, con conseguente allargamento condiviso del progetto all’intero consiglio di classe, coinvolgimento dei genitori, ricaduta nei collegi docenti

·        definizione precisa di modalità di lavoro e di tempistica, individuazione dei compiti (chi fa cosa)

·        collegamento delle singole scuole con l’università

·        individuazione  di un lessico comune (apprendimento cooperativo - peer education)

Vengono inoltre individuati dal dibattito di ricerca-azione attivato nel gruppo alcuni strumenti  per il supporto al progetto e la diffusione del metodo:

·        possibilità di accesso al lavoro parallelo di formazione sulla Peer Education condotto dall’IRRSAE Lombardia

·        metodo e strumenti di autovalutazione dei processi  messi a punto dal progetto Qualità del MPI

·        metodologia per il coinvolgimento degli studenti nell’elaborazione del “contratto formativo” del progetto Start del CISEM

·        opportunità offerta dall’art.7 del regolamento per la diffusione del metodo del progetto ad altre scuole attraverso RETI DI SCUOLE

·        bisogni formativi dei capi d’istituto

D.  IL RUOLO DEL CAPO D’SITITUTO

Premesso che si dovrebbe dare per scontata la piena condivisione del progetto e il riconoscimento delle sue valenze pedagogiche da parte dei capi d’istituto delle scuole coinvolte, è compito dei presidi mettere in atto quanto necessario per facilitare da una parte la realizzazione delle iniziative, dall’altra la ricaduta del progetto e delle sue valenze pedagogiche sui consigli di classe e sull’intero collegio. E’ d’altra parte necessario che il preside vigili affinché il progetto non sia soffocato da “invasioni di campo”: il controllo sui contenuti disciplinari, che devono essere garantiti, deve rimanere di competenza dei docenti.

In sintesi il preside deve promuovere e garantire:

·        sostegno e consulenza ai docenti  e agli allievi tutor;

·        visibilità degli obiettivi, del percorso e dei risultati del progetto;

·        ampia diffusione della normativa (Statuto delle studentesse e degli studenti, DPR 567, L 440, Regolamento dell’Autonomia, Consulta studentesca) sia tra gli studenti sia tra i docenti e i genitori, anche attraverso momenti informativi-formativi;

·        coinvolgimento dell’intero consiglio di classe;

·        coinvolgimento dei genitori;

·        inserimento a pieno titolo nel POF.

Deve inoltre adoperarsi per favorire la ricaduta “a cascata” sull’intero collegio, attraverso una attenta riflessione  sullo sfondo pedagogico del progetto, ponendo l’attenzione sul COME (processo) piuttosto che sul COSA (prodotto).

E.   PROPOSTE

Da quanto sopra esposto si conclude che è necessario, come strumento forte atto a perseguire gli obiettivi di condivisione, sostanzializzazione, diffusione del progetto, il coinvolgimento dei capi d’istituto in tutti i momenti formativi del progetto e si propone che venga inserita nel programma di Orvieto una formazione specifica per i presidi.

     LOREDANA CERUTTI

LICEO SCIENTIFICO STATALE “G. MARCONI” DI MILANO